A GRETA PREFERISCO AGGEO

Prima di Greta ce ne sono stati tanti che hanno parlato della cura da prestare nei confronti di questo nostro pianeta. Senza scomodare le varie associazioni ambientaliste, gli scout, ecc. che la tutela del creato ce l’hanno nel loro DNA, la liturgia odierna ci ricorda di un certo Aggeo che così profetizzava: “Vi sembra questo il tempo di abitare tranquilli nelle vostre case ben coperte, mentre questa casa è ancora in rovina?”

Noi cristiani siamo in possesso di una “guida” completa che ci aiuta ad analizzare la grave situazione in cui ci troviamo, a individuare le cause, i responsabili; a confrontarci con le parole del Vangelo e che ci indica un percorso da seguire. Tutto questo e molto altro lo troviamo nella lettera enciclica che il nostro papa Francesco ci ha donato quattro anni fa ma che temo rischi di restare (per molti di noi) un documento sconosciuto.

LAUDATO SI’
Francesco ci mostra la grave situazione di inquinamento, dei cambiamenti climatici e la sempre più in voga cultura dello scarto che coinvolge cose e persone. Ci ricorda la questione dell’acqua, la costante perdita della biodiversità e il deterioramento della qualità della vita umana.

Il papa parla di come tutto è in relazione e di come perdendo di vista il creato, la terra, le risorse, gli animali, si interrompe anche il rapporto con l’altro, con ogni donna e ogni uomo di questa terra, a partire dai più bisognosi e ovviamente con Dio.
All’interno di un impegno che coinvolge tutti gli abitanti del pianeta, il cristiano, proprio perché guidato dalla luce del Vangelo può essere colui che meglio riesce a “giustificare” questa presa di posizione e a “contagiare” gli altri affinché si adottino comportamenti più salutari e si compia una vera svolta nel nostro modo di vivere e di vedere la vita.

Francesco non fa sconti, pertanto, dedica l’intero terzo capitolo alla radice umana di questa crisi ecologica. Ma c’è una via di fuga, c’è una soluzione. Certo, non immediata, non indolore. E’ una strada che però deve coinvolgere tutti proprio perché viviamo in una rete di relazioni e la creazione (che continua ogni giorno e della quale siamo responsabili) è essa stessa una relazione, quella di ogni creatura con il suo creatore.

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