AVVENTO – seconda domenica

Dal sussidio per un cammino in preparazione al Natale, che puoi scaricare in formato PDF cliccando QUI, ecco una riflessione che nasce dalle parole che ci vengono offerte dalla Liturgia della seconda domenica di avvento.

Dal Vangelo secondo Marco 1,1-8.

Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».

Iniziamo questa seconda meditazione con la volontà che ha spinto donne
e uomini della Giudea ad accorrere lungo le sponde del fiume Giordano
per farsi battezzare da Giovanni nella consapevolezza che quel gesto
rappresentava per loro una nuova nascita, una conversione.
Accogliamo il signore che viene: MA – RA – NA – THA.

Con la forza che solo l’energia divina può darci potremmo renderci
capaci di preparare «la strada del Signore» e raddrizzare «i suoi sentieri»
Dobbiamo spianare le montagne presenti al nostro interno, dobbiamo
colmare le valli e creare un unico “vuoto”, un’unica strada libera,
sgombera da ogni ostacolo che spesso noi stessi poniamo nel nostro
cammino. Solo così avremo la capacità di accogliere l’Amore del nostro
Creatore, diventare donne e uomini nuovi che contribuiscono a costruire
il Regno di Dio.

Lasciamoci interrogare dalla Parola, leggiamo la riflessione/preghiera che segue e dedichiamo i nostri 15/20 minuti a questo lavoro di preparazione della strada al Signore che viene in noi.

Dio, in quanto Amore,
svuota sé stesso per fare posto all’essere umano.
E’ in questa kenosis che io vedo Dio;
Dio è lì: dove non c’è Dio.
Ecco l’immenso compito dell’essere umano:
riempire il vuoto che, per Amore,
Dio ha lasciato.
Ma non è un vuoto inconsistente
è un vuoto creato dall’Amore
e quindi necessariamente pieno d’Amore.
Ecco la contraddizione:
Dio, Amore, che per tanto Amore, si svuota;
ma è un vuoto d’Amore
perché è un gesto (lo svuotarsi, la kenosis)
che è espressione d’Amore.
L’Amore ama e, amando, dà tutto sé stesso;
ma questo suo darsi completamente
raggiunge l’apice quando si ritira totalmente
e lascia spazio all’essere creato.

Questa preghiera è stata presa dal sito PREGHIERE PER I GIOVANI

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