L’AGRICOLTORE SAGGIO

Breve commento al Vangelo di Giovanni “io sono la vera vite…”

Dio è un agricoltore saggio, non un sadico.

Gesù ci dice che il Padre, nella sua qualifica di agricoltore e proprietario della vigna, pota i tralci della vite (cioè noi) affinché possano portare più frutto.
Spesso nei commenti a questo brano del Vangelo, capita di leggere o ascoltare che Dio esegue un’operazione che viene ritenuta dolorosa e che lo fa per il nostro bene, per farci fruttificare.
Porre la questione in questi termini significa addossare a Dio un aspetto negativo, tipicamente umano. Dio non può procurare un male o permettere un male, anche se a fin di bene; chi lo sostiene, va contro il buon senso e contro l’insegnamento del Magistero che nel catechismo della
chiesa cattolica al numero 1761 ammonisce «Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene.»
E Dio, credo che non abbia bisogno di essere istruito dal nostro catechismo…
E allora? Come leggere questa azione di potatura del Dio/Agricoltore?
Anzitutto dobbiamo imparare a non essere piantine indipendenti, ma tralci legati in modo vitale a Cristo, alla vite. E poi, se seguiamo Gesù, se ascoltiamo la Parola, se invochiamo lo Spirito, se abbiamo Dio nel nostro cuore, saranno loro, sarà la Santissima Trinità, a fare in modo di farci capire che tutto quello che le nostre vite stanno producendo di superfluo, di inutile, di dannoso, va tolto, va potato.
Ovvio, certe scelte ci costeranno fatica, perché ai nostri miseri occhi di creatura finita, sembrano importanti oppure perché siamo condannati dall’abitudine, dal “si è fatto sempre così” o forse perché mai avevamo fatto discernimento della nostra vita e continuavamo a seguire una strada pericolosa, con scelte sbagliate per noi e per gli altri attorno a noi.
Eccola la vera potatura che il Padre fa. Non è una punizione, un castigo, un momento in cui Dio ci abbandona. Anzi, tutt’altro. Quando Dio pota dobbiamo essere contenti, dobbiamo gioire perché significa che finalmente stiamo capendo che quello che abbandoniamo, quello che togliamo dalla nostra vita è solo un peso che non ci fa volare.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,1-8.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.
Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.
In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».


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