I NUOVI ORIZZONTI DI PADRE ORTENSIO

LA PREPOTENZA DELLE RELIGIONI; IL NUOVO LIBRO DI ORTENSIO DA SPINETOLI, A CINQUE ANNI DALLA SUA MORTE, EDITO DA CHIARELETTERE.

Dalla prefazione di Alberto Maggi:

Sempre in sintonia con il Dio che fa nuove tutte le cos (Ap 21,5), padre Ortensio da Spinetoli nella sua vita e nei suoi scritti non è stato un mero ripetitore della dottrina ma è sempre stato convinto che l’azione del Creatore consista nel creare e non nel ripetere, e che la Parola di Dio sia quel vino nuovo che ha continuamente bisogno di otri nuovi (Mc 2,22). Per tutta la sua esistenza padre Ortensio ha studiato, analizzato, sviscerato i testi della Sacra Scrittura per interpretarne e svelarne il significato vivificante. Ed è grazie alla sua vita e ai suoi studi che si sono aperti nuovi orizzonti interpretativi della Buona Notizia di Gesù.
Come la primitiva comunità cristiana ha compreso che la grandezza del messaggio di Gesù non poteva essere contenuta e formulata in un solo testo e ha avuto bisogno di ben quattro Vangeli, come i quattro punti cardinali, per indicare la dimensione universale di un unico messaggio espresso in modi differenti, ugualmente Ortensio da Spinetoli ha aperto nuove strade interpretative, lasciando alla chiesa un patrimonio che richiederà però del tempo perché venga compreso e accolto.
Tutta la ricerca scientifica di Ortensio è orientata a saper discernere del testo sacro quel che è la parola di Dio e quella che è la sua interpretazione da parte degli uomini. Per questo, leggendo gli scritti di Ortensio, si può rimanere sconcertati dalla sua spregiudicatezza, dal suo atteggiamento di completa libertà creativa nei confronti del testo. In questo, il grande biblista e uomo di fede si è sentito autorizzato dalla straordinaria esperienza delle prime comunità cristiane che, coscienti di dover trasmettere un messaggio che comunica vita, non hanno voluto tramandare un testo definitivo e immutabile dell’insegnamento del Signore, un testo «sacro» e pertanto inviolabile, ma quello che per almeno i primi quattro secoli del cristianesimo è stato considerato un testo vivente. Ogni comunità cristiana si sentiva infatti autorizzata, in base alla propria esperienza, ad apportare quelle modifiche e quegli arricchimenti che riteneva necessari al testo evangelico, sempre tenendo presente come priorità assoluta il bene concreto dell’uomo. I primi cristiani hanno compreso che non era importante la lettera del Vangelo, ma il suo spirito, perché, mentre «la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita» (2Cor 3,6)

Leggi l’interessante articolo di Alberto Maggi pubblicato su “IL LIBRAIO.IT

Sapevi che nel 2013 padre Ortensio scrisse al papa per fargli questa proposta?

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