“LE POCHE COSE CHE CONTANO” E “ABBI CURA DI ME”

Il cantante Simone Cristicchi e il religioso don Luigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena, saranno i protagonisti di tre serate che andranno in onda su TV2000 a partire dal 7 Ottobre alle 21.50 dal titolo “Le poche cose che contano“.

Filo conduttore dei tre appuntamenti sarà il racconto di dieci parole dalle quali ricominciare per cambiare noi stessi e il mondo che ci circonda.

Recentemente Simone Cristicchi ha anche pubblicato, assieme a Massimo Orlandi il libro “Abbi cura di me” nelle cui prime pagine appare proprio una dedica dello stesso don Luigi Verdi e che proponiamo di seguito:

A SIMONE
di don Luigi Verdi

Ti ho guardato, cercando di capire da dove nasca quell’energia sovrabbondante che scuote il tuo cuore e che ha la freschezza di una sorgente nascosta. Tanti artisti hanno questa energia, ma è un’energia che li fa gonfiare. A te, invece, apre le ali e ti fa volare.
Simone, tu sei un fratello di ferite trasformate in benedizioni, un amico che sa alleggerire il cammino e accarezzare le ali. Sei un bambino coraggioso capace di guardare sempre un metro oltre l’orizzonte, di fare quel piccolo passo nel buio che distingue chi ha paura da chi ha il coraggio di vivere.
Sei un mendicante di luce con occhi attenti a tutti coloro che pochi altri riescono a vedere: i matti come Antonio, i minatori, gli anziani, i profeti nascosti come David Lazzaretti.
Simone, quando canti, sembra che il passato si volga verso di te e il futuro si apra. Come se tu abbandonassi la voce alla polvere del cammino.
Canti per chi non ha voce, per chi non sogna più, per chi cerca briciole di felicità con occhi bagnati e terribilmente aperti. Canti a piena gola non per distinguerti dalla gente, ma per unirla.
Sono grato alla vita per averti incontrato. Alla vita che ogni volta ci conferma che non è mai troppo il sacrificio per la libertà quando ne hai fame, e per l’amore quando ne hai sete. E sono grato a questo libro nel quale in tanti potranno incontrarti e vedere “un vuoto immenso crescere e un arcobaleno esplodere”.

A seguire vi propongo la bella introduzione del co-autore Massimo Orlandi:
Come si fa a stringere in un pugno di pagine la storia di un uomo? Me lo chiedo più volte, mentre rincorro Simone senza raggiungerlo mai.
Simone è sempre un passo oltre, lo spinge una curiosità incessante, lo muove una creatività senza posa. Mi rendo conto che l’unica cosa che posso fare per stare al suo passo è creare un’atmosfera dentro la quale possa ritrovarlo tutte le volte che mi sfugge.
La prima volta che l’ho incontrato per iniziare a lavorare su questo libro, abbiamo giocato a pallone nel prato di un monastero. Io, lui e suo figlio Tommaso. Passaggi, cross, colpi di testa. L’atmosfera abbiamo cominciato a costruirla così. Poi ci siamo visti molte volte nei luoghi più diversi: su un lungomare, in un eremo, in un camerino, in uno dei mille alberghi che frequenta nei suoi tour. Una sera Simone mi ha presentato il suo vastissimo
repertorio di barzellette. È stata forse una delle situazioni che, quanto ad atmosfera, mi ha aiutato di più. È un grande artista Simone. Un artista completo. La sua passione e il suo talento lo hanno condotto a esplorare ambiti molto diversi tra la canzone, la scrittura e il teatro, e a toccare tutti
i tasti di quel meraviglioso pianoforte umano che sono le nostre emozioni.
Eppure, per quanto i suoi lavori esprimano bene la sua creatività, non sono sufficienti, neanche loro, neanche tutti insieme, a viaggiare sul suo passo.
Di solito, per chi fa spettacolo, conta ciò che avviene sul palcoscenico. Ci sono altri aspetti, esterni ai riflettori, che diventano invece rilevanti per capire e conoscere Simone. Sono la sua ricerca di un senso per gli eventi della vita che gli sono capitati, sono il suo bisogno di esplorare le grandi domande sull’esistere.
Questa dimensione interiore è dentro l’altra, connessa insieme, un tutt’uno. E Simone mi ha dato il privilegio di esplorarla e di raccontarla. Un’atmosfera calda, vicina, amica, e dentro quell’atmosfera la disponibilità a mettere in gioco la sua intimità: questo mi ha offerto Simone. Non l’ho raggiunto. Non si raggiunge mai un essere umano. È sempre oltre l’immagine che ci facciamo di lui. Però ho sentito che potevo respirare un po’ della sua vita. In ogni capitolo esordisco raccontando un episodio vero della sua storia in prima persona. Lo racconto non con le sue parole, ma immedesimandomi in lui, immaginandomi di essere lui. Mi piacerebbe che chiunque, leggendo, potesse fare lo stesso, e cioè provare ad appoggiare i piedi sulle orme di questa storia, indossando la vita di Simone in prima persona. “Ogni essere umano è un messaggio irripetibile che Dio manda
al mondo” diceva un grande mistico, padre Giovanni Vannucci.
Non ci è dato di conoscere per intero quel messaggio irripetibile. Ma magari, avvicinandosi di più agli altri, possiamo conoscere un po’ meglio anche il messaggio che abbiamo dentro di noi. In questi tempi di relazioni umane povere, di fatica a stabilire rapporti veri, nella solitudine esistenziale che molte volte proviamo, la parola di un artista è un dono di bellezza, è una cura per l’anima. E’ una rosa che ci possiamo regalare.

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