L’indemoniato meraviglioso

Il Vangelo della liturgia odierna (Mc 5, 1-20) è denso di messaggi.
Ci sono tanti elementi da poter analizzare e tanti spunti sui quali riflettere. Quindi facciamo una cosa alla volta e per oggi ci soffermiamo su un unico aspetto.

L’uomo che Gesù libera dalla negatività, diventa un meraviglioso («e tutti erano meravigliati») testimone del Regno di Dio.

Un uomo che nel villaggio non è conosciuto per la sua sapienza, per i suoi studi, per la sua attività a servizio della comunità, ma che era tenuto a debita distanza a causa della sua vita intrisa di male. Eppure, un giorno incontra Gesù.
Gesù lo libera da tutto quello che lo teneva isolato, ai ceppi, legato e lui prova un grande sentimento di riconoscenza tanto da volerlo subito seguire («lo supplicava di poter restare con lui»).
Ma Gesù non fa mai quello che noi uomini faremmo. Lui non gli dice di seguirlo per approfondire una qualche dottrina, per imparare meglio, per migliorare…
No. Quest’uomo ha già fatto esperienza di Gesù, un’esperienza forte e quindi non avrà difficoltà a diventare un valido testimone del suo messaggio.

Ah… comunque in tutta questa storia chi ci ha rimesso sono stati i mandriani… 2.000 porci morti affogati. Speriamo che in qualche maniera l’uomo guarito da Gesù sia stato loro riconoscente 😉

Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati. [Mc 5, 18-20]

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