SCUSA (DIO)
Scusaci perché ti chiamiamo Signore, quando tu invece ti sei mostrato come colui che serve
Scusaci se abbiamo preferito l’appellativo di Padre, dimenticando che noi siamo nati dal tuo utero
Scusaci per averti considerato onnipotente e avere addossato su di te tutta la colpa di ogni male
Scusaci perché prima ti abbiamo posto nei cieli, nel più alto dei cieli, e poi ti abbiamo accusato di non esserci vicino
Scusa se ti abbiamo dipinto come un severo contabile che annota scrupolosamente tutte le messe alle quali partecipiamo, tutti i rosari che sgraniamo e tutte le volte che ci battiamo il petto
Scusaci per non avere fiducia in te tanto da ricorre alla mediazione di Maria e dei santi
Scusa se ti abbiamo creduto curioso (e, a volte, anche in modo morboso) di conoscere dalla nostra stessa voce tutte quelle azioni alle quali abbiamo dato il nome di peccato
Scusaci se ci siamo raccontati la storia che tu ci avevi plasmato perfetti e che noi ti abbiamo disobbedito e tu hai dovuto sacrificare tuo figlio per redimerci; scusaci perciò se abbiamo sempre pensato a chiederti perdono per il nostro peccato anziché chiederti la forza per accogliere la vita e continuare la tua creazione
Scusaci per le volte che in preghiera chiediamo la nostra volontà anziché la tua e per tutte le volte che abbiamo riempito l’incontro con te di tante parole inutili.
Scusaci se ti abbiamo considerato capace di far perire per l’eternità anche una sola tua creatura tra i tormenti dell’inferno
Scusaci perché contro il tuo suggerimento ci siamo fatti un’immagine di te a nostra somiglianza
Scusa perché abbiamo creato la sfera del divino e la sfera dell’umano e le abbiamo poste in contraddizione
Scusa perché ti abbiamo imprigionato nelle nostre parole, nei nostri concetti e nei nostri dogmi
Scusa se abbiamo pensato di poter diventare dio, quando invece la strada che ci indichi è quella di diventare sempre più umani.
Scusa se nel tuo nome continuiamo a creare divisioni quando invece tu sei tutto in tutti
Scusa se continuiamo a usare la preghiera per avvicinarci a te, senza accorgerci, che così facendo ci allontaniamo dalla sorella e dal fratello
E, infine, scusaci se ci scusiamo con te perché tu, così come sei, e io non lo so dire, non ti offendi mai.