TUTTO MA PRETE MAI.

Tutto ma prete mai. Una storia di ribellione e d’amore.” E’ il nuovo libro di Davide Banzato già al numero uno della classifica dei libri più venduti da Amazon.

Vorrei sottolineare unicamente il modo curioso con il quale l’autore ha nominato i vari capitoli:
PRE-VOCAZIONE
PRO-VOCAZIONE
VOCAZIONE
VOC-AZIONE
PROVOCAZIONI
POST-VOCAZIONE
e GHOST CHAPTER

E poi, di seguito, un breve estratto. Buona lettura.

La vita è sicuramente il dono più grande che Dio abbia fatto a ciascuno di noi. Si tratta di qualcosa di unico e di incommensurabile. Nessuno di noi ha scelto di nascere. Eppure siamo depositari di questo dono e di questo seme
da custodire, proteggere, alimentare. Quanta fiducia in noi e quanta responsabilità. Possiamo decidere quale direzione dare alla nostra vita, dove investire tempo ed energie per qualificarla. La possiamo sciupare o
addirittura sprecare.
La vita è il primo dono che ho sempre avuto la consapevolezza di aver ricevuto gratuitamente. Tale percezione mi ha sempre portato a pensare di dover rispondere a qualcosa o a Qualcuno. La gratuità stessa della vita è stata per me da sempre un grande punto interrogativo che mi rimandava a domande esistenziali che puntualmente mettevano in crisi i miei genitori.
Prima di arrivare a fare l’esperienza di un Dio che è sempre pronto a perdonarci e ad amarci così come siamo, prima di arrivare a comprendere che senza di Lui non posso davvero farcela, prima di capire che la nostra vita si realizza pienamente nel dono di sé perché è l’amore la chiave di tutto, ho dovuto faticare molto in sentieri impervi, cedendo a ripensamenti, dubbi, tentazioni e cadute.
C’è una pagina de La gaia scienza di Friedrich Nietzsche che mi ha sempre impressionato e che un tempo ho sentito profondamente mia. Mi riferisco all’aforisma 125:

«Avete sentito di quel folle uomo che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: “Cerco Dio! Cerco Dio!”. E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli
che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. “È forse perduto?” disse uno. “Si è perduto come un bambino?” fece un altro. “Oppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?” gridavano e ridevano in una gran confusione. Il folle uomo balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: “Dove se n’è andato Dio?” gridò “ve lo voglio dire! Siamo stati noi a ucciderlo: voi e io!»

L’uomo folle grida: «Vengo troppo presto, non è ancora il mio tempo». Per me questo evento è arrivato molto presto, con tutte le sue estreme conseguenze. Ecco perché sento il dovere morale di condividere la mia lotta
interiore, perché tanti possano riflettere e trattenersi dal sacrificare sull’altare di una presunta libertà ciò che dipiù prezioso abbiamo dentro di noi: un’anima capace di conoscere e amare Dio. Troppo spesso viviamo etsi Deus non daretur – come se Dio non esistesse – ma prima o poi tutti dobbiamo fare i conti con il senso dato o meno alla nostra vita, raccogliendo le conseguenze delle nostre scelte avvenute in un susseguirsi apparentemente casuale di vicende.

Definirei tutto questo tempo una vera battaglia interiore che fondamentalmente combatto con me stesso, ma anche con Dio. Sono ormai persuaso che ogni nostra crisi in realtà non sia altro che un riflesso di un unico conflitto che tutti, consapevolmente o meno, viviamo e che si riduce alla guerra tra l’io e Dio. Nel mio eterno precipitare ciò che mi ha aiutato sono stati i semi, i segni e i sogni del mio periodo di prevocazione,
ma anche gli incidenti e le ferite che mi hanno permesso di essere ciò che sono. Il mio io originario e antico, dopo il primo vagito, ha iniziato a custodire preziose gemme nello zaino della vita.
La vita è un viaggio e il percorso è la vita stessa, ma a volte ci illudiamo di poterci fermare e sostare, mentre lo scorrere del tempo inesorabile prosegue lasciandoci indietro. In questa meravigliosa avventura che è la vita non esistono pause e non esistono strade in piano, ci sono continue vette da raggiungere in un cammino inesorabile fatto di salite e discese da saper gustare ciascuna nella propria essenza come attimi unici che non torneranno mai più. È proprio vero che si vive ogni giorno e si muore una volta sola, questa è l’unica vera meta che determina, insieme alla nascita, un nuovo inizio e una fine dalla quale trarre tutta la forza necessaria per dare senso a ogni nostro singolo giorno.

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