UN SI’, UN DUBBIO, UN NO E UN SILENZIO

Una riflessione in occasione della festa del papà. Ripensiamo a San Giuseppe ed alla sua risposta e adesione al disegno divino.

Un sì, un dubbio, un no e un silenzio;
Sono queste le risposte che nei cosiddetti vangeli dell’infanzia di Gesù vengono date da quattro diversi personaggi alla proposta che Dio rivela loro.
Il sì è quello di Maria che accoglie con gioia l’annuncio dell’angelo.
Il dubbio è la reazione di Zaccaria mentre officiava nel tempio, alla rivelazione della nascita di un figlio.
Il no è quello di Elisabetta che però non è rivolto a Dio, tutt’altro: proprio per fare la volontà del suo Signore, si oppone alla tradizione, va contro i suoi parenti e decide di chiamare il proprio figlio con il nome di Giovanni anziché Zaccaria come le veniva suggerito, per garantire un legame con il passato.
E, infine, c’è la risposta (che poi risposta verbale non è) di Giuseppe,
Dedichiamogli ora, in occasione della sua festa, un po’ di tempo, visto che di lui se ne parla sempre poco.
Giuseppe è un grande esempio per ogni padre, ma anche per ogni cristiano, per come affronta il suo compito all’interno del grande disegno divino.
Un giorno gli accade una cosa a dir poco strana. Non focalizziamoci sempre e solo sull’aspetto del rapporto moglie-marito, figlio o non figlio, superiamo il significato per così dire “carnale”, “sessuale”.
Giuseppe si trova davanti a una notizia più grande di lui, inspiegabile per certi versi, inattesa e, contrariamente a quanto ci saremmo potuti aspettare, non reagisce d’istinto, non si adìra. Gli evangelisti non riportano nessun confronto di idee e di opinione con Maria.
Tiene dentro di sé la notizia e, tra le vie che a quel tempo, per occasioni simili gli si prospettavano, decide di intraprendere la meno dolorosa, meno violenta, più rispettosa della sua sposa.
Io ho il sospetto che il suo cuore fosse comunque in disaccordo con quella decisione, seppur all’apparenza sembrava la migliore. Questo mio dubbio nasce dal fatto che di lì a poco, Giuseppe vive un’esperienza personale con Dio: gli appare in sogno un angelo, proprio mentre «rifletteva sul da farsi» (Lc 1,20).
Giuseppe si mostra, prima di tutto, attento nelle sue scelte, cerca di fare quello che avrebbe fatto un “giusto”, quale il vangelo ce lo presenta. Ma non si da comunque per vinto. Un tarlo sta lavorando nel suo cuore; è lo Spirito Santo che ha trovato un’apertura dove infilarsi.
E Dio, gli dà una mano. Squarcia quella fessura e irrompe con tutta la sua potenza, che è una potenza di Amore. Giuseppe capisce cosa deve fare; ascolta la proposta di Dio e vi si dedica da quel giorno, fino al termine della sua vita terrena. Non pronuncia ne “sì” ne “no”, ne altre frasi. Semplicemente, nel silenzio obbediente, si incammina per una via assolutamente sconosciuta e dura, per un uomo.
E’ qui la grandezza di Giuseppe. Nella sua capacità di interrogarsi, nella sua volontà di cercare l’aiuto di Dio e nella sua disponibilità ad ascoltare il suo Signore.
Se leggiamo il Vangelo scopriamo che da quel giorno descritto da Matteo, Giuseppe non farà chissà quali gesti eclatanti o miracolosi. Svolgerà il suo mestiere di padre. Farà sbocciare la sua vocazione di genitore. Farà crescere una famiglia nel volere di Dio e sarà un silenzioso ma robusto supporto per Maria sua sposa.

Nella foto è rappresentata una delle bellissime icone realizzate interamente a mano dalla comunità del piccolo eremo delle querce

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