SIAMO UOMINI UMANI

ecce homo

Riflessione sulla domenica delle palme.

Siamo uomini umani” diceva Totò nel film “Uccellacci uccellini” di P.P.Pasolini;
nelle nostre esperienze umane quotidiane, siamo soggetti a cambi di rotta.
Anche la nostra fede in Gesù Cristo rischia spesso di subire lo stesso trattamento.
Legati come siamo da secoli di tradizioni alla dinamica del “do ut des” che è una tecnica abbastanza ricorrente nel nostro rapporto con il Signore, rischiamo di usare la nostra soddisfazione personale, l’appagamento dei nostri desideri, la realizzazione dei nostri sogni come metro di misura per la nostra fede. E dunque quando scopriamo che il messia non è quello vittorioso della lotta all’ultimo sangue ma il mesto e pacifico servo ci tiriamo indietro, quando scopriamo che seguire Gesù ci fa additare tra quelli che “erano con il nazareno” e quindi rei di morte, non ci facciamo scrupoli a negare la nostra vicinanza.
Prendiamo allora spunto dal Vangelo di questa Domenica delle palme e facciamo attenzione a quanta poca distanza c’è tra l’osanna al figlio di Davide che entra in Gerusalemme e il “crocifiggilo” davanti al sinedrio.
Una distanza che viene creata da ognuno di noi quando anziché camminare sui sentieri di Dio, pensa di poter fare da solo e programmare lui stesso la propria esistenza mettendo Dio in secondo piano. E come siamo bravi a passare da una sponda all’altra, altrettanto dovremmo essere bravi a gridare l’osanna e a far cambiare idea (con il nostro esempio, con la nostra vita) a coloro che vogliono subito dopo gridare “a morte”.

C’è un libretto molto interessante di qualche anno fa di Gustavo Zagrebelsky – La democrazia è un fine o un mezzo? Zagrebelski propone nel volume tre visioni della democrazia: dogmatica, scettica e critica. Ad esse corrispondono tre mentalità, tre visioni del mondo. Il dogmatico non vede che la verità alla quale tutti devono aderire. Lo scettico, la realtà alla quale bisogna piegarsi. Il critico, invece, si fa strada responsabilmente tra le possibilità. La tesi dell’autore è che solo coloro che possiedono una visione critica della democrazia la concepiscono come fine. Per chiarire questo concetto si rifà a uno dei simboli tragici della democrazia: il processo a Gesù dove il dogma dell’infallibilità della volontà popolare si profila come quintessenza della democrazia dogmatica.

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