SALMI PER IL NOSTRO TEMPO

Con “SUSSURRI E GRIDA” Gilberto Squizzato ci offre il risultato di una «difficile impresa»; quella di tradurre i Salmi biblici in un linguaggio adatto al nostro tempo.

Il giornalista, regista e scrittore Gilberto Squizzato ha da tempo intrapreso un cammino di approfondimento della fede, della religiosità e della spiritualità che lo ha portato a pubblicare negli ultimi anni, tre libri che tentano di rispondere alle domande della donna e dell’uomo che si trovano a vivere in quello che papa Francesco chiama un “cambiamento d’epoca”.

“Il miracolo superfluo”, “Il dio che non c’è” e “Se il cielo adesso è vuoto”, tutti pubblicati dalla Gabrielli Editori, trasudano la voglia e l’impegno di trovare una nuova via da indicare ai tanti credenti che in questo XXI secolo non si ritrovano più in una Chiesa che parla ormai con un vocabolario poco comprensibile. In questi volumi, l’autore non teme di dichiarare apertamente che non possiamo più restare ancorati alla vecchia immagine di Dio che nei secoli abbiamo costruito. Dobbiamo riscoprire il “vero” Dio, il Dio di Gesù Cristo che, come affiora dai Vangeli, non è un padrone tiranno, non è una divinità irascibile, non interviene (e di conseguenza non va pregato) per attuare interventi puntuali alla stregua del “dio tappabuchi” indicato dal teologo Bonhoeffer.

Proprio in questi giorni, nel suo discorso di apertura del Sinodo 2021-2023, il pontefice, citando Yves Congar, dichiara che c’è ormai bisogno di una “Chiesa diversa”; e a questa esigenza, ormai palese, di attuare un cambiamento, inizia a rispondere, con il suo “Sussurri e grida”, Gilberto Squizzato.

Come anticipa l’autore stesso nella sua introduzione, il libro può anche essere considerato una risposta, un aiuto, un suggerimento, a coloro che dopo aver letto i precedenti volumi che in qualche modo rivoluzionano l’immagine di Dio e il rapporto che possiamo avere con Lui, si domandano “Ma allora adesso non possiamo più pregare?”

Ovvio che abbandonare la nostra “vecchia” immagine di Dio non significa smettere di pregare; ma semplicemente approcciarsi ad un nuovo stile di dialogo con il creatore.

Squizzato quindi si è inabissato nei testi, nelle parole, negli animi, nei sentimenti, nella storia di ognuno dei 150 Salmi presenti nella bibbia e ne è riemerso con una sua “traduzione” personale.

Confesso che, al momento in cui scrivo queste righe, non ho ancora terminato la lettura del libro ne saprei dire quando riuscirò a farlo, semplicemente perché ho preso in parola il suggerimento dell’autore (che trovo assolutamente condivisibile) di effettuare «una lettura frammentaria e discontinua, che si limiti a un salmo per volta e nulla più».

Quindi anche io ho aperto il libro, ho iniziato con il numero uno, perché era quello che per primo mi sono trovato davanti, dopo aver letto l’introduzione, e poi l’ho messo via. Il giorno dopo ne ho scelto uno a caso; il giorno dopo ancora ne ho scelto un altro ma l’ho voluto confrontare con “l’originale” biblico; successivamente, in occasione di un incontro domenicale con la mia comunità MASCI ho suggerito la lettura della traduzione del salmo che la liturgia stessa ci proponeva per quella giornata e che bene si addiceva all’incontro.

Ne ho fatto, pertanto, ad oggi, un’ esperienza parziale di lettura, ma mi sento comunque tranquillo nel suggerire questi salmi laici e cristiani per il nostro tempo a chi cerca nuovi stimoli per la preghiera, anche se è fra coloro che non hanno ancora intrapreso il cammino di allontanamento dal Dio arcaico e antropomorfo che abitava il cielo degli antichi tracciato da Squizzato.

Ti potrebbe interessare anche...