Perdono di Assisi #3

Tre riflessioni, una per ogni giorno, per un piccolo triduo in preparazione al “Perdono di Assisi” del 2 Agosto.

San Francesco, con la sua vita ci ha mostrato come l’uomo e la donna devono porsi alla sequela di Gesù Cristo e come rapportarsi al Padre. Per queste tre brevi riflessioni in preparazione alla festività del perdono che ogni anno cade il 2 agosto, ho estratto altrettante “azioni” compiute dal santo di Assisi:

1 – PREDICARE AI FIORI

2 – USARE PAROLE CHE E’ MEGLIO NON RIFERIRE

3 – INCOMINCIARE, SEMPRE E DI NUOVO.

Concludiamo il nostro breve cammino con questa frase estratta dalla “Leggenda maggiore”:

Diceva ai frati «Incominciamo, fratelli, a servire il Signore Dio nostro, perché finora abbiamo combinato poco».

Francesco sta morendo, le sue condizioni di salute sono pietose, il suo corpo è quello di Gesù sulla croce; ha poco fiato, le forze lo stanno abbandonando ma trova il coraggio di fare un ultimo “esame di coscienza”. Francesco si è talmente offerto a Dio negli anni della sua vita che anche una piccola mancanza gli sembra un grave torto. Lui che ha sposato la povertà, che ha amato anche i suoi nemici, che ha accudito i malati, che non si è mai stancato nel suo cammino di fede e spiritualità, che ha cercato di migliorare ogni giorno la sua assomiglianza a Gesù, ha la preoccupazione di non aver fatto abbastanza e chiede a sé stesso e ai suoi frati di “incominciare”.

Eccola la parolina magica che dovremmo sempre tenere a mente come la password del wi-fi: “incominciare“. Il santo di Assisi ci spiazza e smonta alcuni nostri alibi frequenti che spesso ci tengono bloccati, come quello di sostenere che “ormai è troppo tardi”, oppure che non vale la pena perché “si è fatto sempre così”.

San Francesco non si “ferma” neanche in punto di morte e ci mostra come sia sempre possibile, ogni giorno, ogni istante, quale che sia la nostra condizione fisica, “incominciare”. Perché, come espresso dalla nota filosofa Hanna Arendt, siamo “nati per incominciare“. Su queste esortazioni, il nostro cammino si illumina; dobbiamo semplicemente diventare consapevoli che “incominciare” sempre e di nuovo fa parte del nostro essere sin dalla nascita, è un nostro compito specifico che non si esaurisce mai, neanche con sorella morte nei paraggi.

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