L’inventore del fuoco
Il gesuita padre Anthony de Mello in uno dei suoi tanti libri “La preghiera della rana” inserisce questo breve ma significativo racconto dal titolo: “L’INVENTORE”.
“C’era un uomo, che aveva inventato l’arte di accendere il fuoco. Prese i suoi attrezzi e si recò presso una tribù del nord, dove faceva molto freddo, davvero molto freddo. Insegnò a questa gente ad accendere il fuoco. La tribù era molto interessata. L’uomo mostrò gli usi per i quali potevano sfruttare il fuoco-cuocere il cibo, tenersi caldi, ecc. Quelle persone erano molto grate all’uomo per quanto era stato loro insegnato sull’arte del fuoco, ma prima che potessero esprimergli la propria gratitudine, egli era scomparso. Non gli importava di ricevere il loro riconoscimento o la loro gratitudine; gli importava il loro benessere.
Si recò’ in un’altra tribù’, dove nuovamente iniziò a dimostrare il valore della sua invenzione. Anche quelle persone erano interessate, un po’ troppo, però, per i gusti dei loro sacerdoti, che iniziarono a notare che quell’uomo attirava la gente, mentre essi stavano perdendo popolarità. Così decisero di liberarsene. Lo avvelenarono, lo crocifissero, o quello che volete. Ora, però, temevano che la gente si rivoltasse contro di loro e così fecero una cosa molto saggia, persino astuta. Sapete cosa? Fecero eseguire un ritratto dell’uomo e lo montarono sull’altare principale del tempio. Gli strumenti per accendere il fuoco furono sistemati davanti al ritratto e la gente fu invitata a venerare il ritratto e gli strumenti del fuoco, cosa che fece ubbidientemente per secoli.
L’adorazione e il culto continuarono, ma non fu mai usato il Fuoco“.